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‘Non è scienza’

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tradotto da Elena ‘Lidia” Santoro

Pubblicato: 28 Febbraio 2002 (GMT+10)
Modificato 18 Settembre 2014
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Gli insegnanti evoluzionisti usano spesso dei ragionamenti ambigui per indottrinare gli ignari studenti alla teoria generale dell’evoluzione (TGE).

Gli anti-creazionisti, come gli atei per definizione, obiettano comunemente che la creazione è religione e l’evoluzione è scienza. Per difendere questa affermazione, citeranno una lista di criteri che definiscono una “buona teoria scientifica”. Un criterio comune è che la maggior parte dei praticanti scienziati contemporanei devono accettarla come scienza valida. Un altro criterio che definisce la scienza è la capacità di una teoria di fare previsioni che possono essere testate. Gli evoluzionisti affermano comunemente che l’evoluzione fa molte previsioni che sono state giudicate corrette. Citeranno qualcosa come la resistenza agli antibiotici nei batteri come una sorta di “previsione” dell’evoluzione, mentre mettono in dubbio il valore del modello creazionista nel fare previsioni. Poiché, dicono, la creazione fallisce nella definizione di “scienza”, è quindi “religione” e (per implicazione) può semplicemente essere ignorata.

Che cos’è la scienza?

Molti tentativi nel definire la “scienza” sono ragionamenti circolari. Il punto che una teoria debba essere accettata dagli scienziati contemporanei per essere accettabile, fondamentalmente definisce la scienza come «ciò che fanno gli scienziati»! Di fatto, secondo questa definizione, le teorie economiche sarebbero accettabili teorie scientifiche se gli “scienziati contemporanei” le accettassero come tali.

Una filosofia di vita non proviene dai dati, ma piuttosto la filosofia viene portata ai dati e utilizzata nell’interpretarli.

In molti casi, queste cosiddette definizioni di scienza sono apertamente auto referenziate e contraddittorie. Un certo numero di propagandisti evoluzionisti hanno affermato che la creazione non è scientifica perché non è presumibilmente verificabile. Ma nello stesso paragrafo affermeranno, «gli scienziati hanno attentamente esaminato le affermazioni della scienza della creazione e hanno scoperto che idee come la Terra giovane e il Diluvio universale sono incompatibili con le prove.» Ma ovviamente la creazione non può essere stata esaminata (testata) e trovata falsa se «non è testabile»!

La definizione di “scienza” ha assillato i filosofi della scienza nel 20esimo secolo. L’approccio di Bacon, considerato il fondatore del metodo scientifico, era piuttosto lineare:

osservazione → induzione → ipotesi → verifica dell'ipotesi per esperimento → prova/confutazione → conoscenza.

Naturalmente questo, e l’intero approccio alla scienza moderna, dipende da due ipotesi principali: la causalità1 e l’induzione.2 Il filosofo Hume ha chiarito che questi vengono creduti per “cieca fede” (parole di Bertrand Russell). Kant e Whitehead affermarono di aver risolto il problema, ma Russell riconobbe che Hume aveva ragione. In realtà, queste supposizioni sono nate dalla fede nel Dio-Creatore della Bibbia, come riconosciuto da storici della scienza come Loren Eiseley. Molti scienziati sono così filosoficamente e teologicamente ignoranti da non rendersi nemmeno conto di avere queste (e altre) assunzioni metafisiche. Come una rana nell’acqua che si riscalda, molti non si accorgono nemmeno che ci sono presupposti filosofici alla radice di molte cose che passano come “scienza”. Fa parte della loro visione del mondo, quindi non se ne accorgono nemmeno. Noi della CMI siamo «in prima linea» riguardo alla nostra accettazione della rivelazione (la Bibbia). A differenza di molti atei, riconosciamo che una filosofia di vita non proviene dai dati, ma piuttosto la filosofia viene portata ai dati e utilizzata nell’interpretarli.

Percezioni e pregiudizi

La domanda importante non è «è scienza?». Uno può semplicemente usare la definizione “scienza” per escludere tutto ciò che non gli piace, come fanno molti evoluzionisti oggi. Oggi la scienza è equiparata al naturalismo: solo le nozioni materialistiche possono essere accettate, indipendentemente dalle prove. Il famoso professore evoluzionista Richard Lewontin ha detto (enfasi in originale):

Ci schieriamo dalla parte della scienza nonostante la patentata assurdità di alcuni dei suoi costrutti, nonostante la sua incapacità di adempiere a molte delle sue stravaganti promesse di salute e vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per l’ infondatezza delle storie inventate, perché abbiamo un impegno prioritario, un impegno per il materialismo. Non è che i metodi e le istituzioni della scienza in qualche modo ci costringano ad accettare una spiegazione materiale del mondo fenomenico, ma, al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione a priori alle cause materiali per creare un apparato investigativo e un insieme di concetti che producono spiegazioni materiali, non importa quanto siano contro-intuitive, non importa quanto mistificanti per i profani. Inoltre, il materialismo è assoluto, perché non possiamo permettere che il divino ne faccia parte.3

Questa è mentalità aperta, no? La “scienza” non è seguire le prove ovunque possano condurre? Qui è dove la religione (nel senso più ampio) dello scienziato mette i paraocchi. Le nostre individuali visioni del mondo influenzano le nostre percezioni. Il paleontologo ateo, Stephen Jay Gould, fece la seguente sincera osservazione:

I nostri modi di conoscere il mondo sono fortemente influenzati dai preconcetti sociali e dai modi di pensare distorti che ogni scienziato deve applicare a qualsiasi problema. Lo stereotipo di un «metodo scientifico» completamente razionale e oggettivo, con singoli scienziati come robot logici (e intercambiabili) è una mitologia auto referenziata.4

Quindi la domanda di fondo più importante è «quale visione del mondo (preconcetta) è corretta?», Perché questo probabilmente determinerà quali conclusioni possono essere tratte dai dati. Per esempio, se si guarda all’origine della vita, un materialista tenderà a fare tutto il possibile per evitare la conclusione che la vita possa essere stata creata in modo soprannaturale.

Scienza, un’invenzione creazionista

Naturalmente i fondatori della scienza moderna non erano materialisti (Sir Isaac Newton, ampiamente considerato il più grande scienziato di tutti i tempi, è un ottimo esempio) e non vedevano la loro scienza come qualcosa che potesse escludere un Creatore, o addirittura rendere il Creatore ridondante (vedi Le radici bibliche della scienza moderna: una visione cristiana del mondo, e in particolare una chiara comprensione della Scrittura e della Caduta di Adamo, era essenziale per l’ascesa della scienza moderna.). Questa recente nozione è stata introdotta di soppiatto nella scienza dai materialisti.

Non esiste una maniera logicamente valida che il materialista possa definire l’evoluzione come “scienza” e la creazione come “religione”, in modo che lui/lei possa ignorare la questione della creazione.

Anche Michael Ruse, il filosofo della scienza canadese, ha affermato che il problema non è se l’evoluzione sia scienza e la creazione sia religione, perché tale distinzione non è realmente valida. La questione è una delle «coerenze della verità». Vedi La natura religiosa dell’evoluzione.

In altre parole, non esiste una maniera logicamente valida che il materialista possa definire l’evoluzione come “scienza” e la creazione come “religione”, in modo che lui/lei possa ignorare la questione della creazione.

Una valida distinzione

Tuttavia, possiamo fare una valida distinzione tra diversi tipi di scienza: la distinzione tra scienza delle origini e scienza operativa. La scienza operativa comporta la scoperta di come le cose operano nel mondo d’oggi; fenomeni ripetibili e osservabili nel presente. Questa è la scienza di Newton, Einstein e Planck, per esempio. Tuttavia, la scienza delle origini si occupa dell'origine delle cose nel passato: eventi unici, irripetibili e non osservabili. Questo è il motivo per cui potrebbe anche essere chiamata “scienza storica”. C'è una differenza fondamentale tra il modo in cui le due lavorano, anche se entrambe vengono chiamate “scienza” e la scienza operativa ha implicazioni per le origini (o la scienza storica). La scienza operativa implica sperimentazioni ripetibili qui e ora. La scienza delle origini si occupa di come una cosa sia nata nel passato e quindi non è aperta alla verifica/all’osservazione sperimentale (a meno che qualcuno non inventi una “macchina del tempo” per tornare indietro nel passato e osservare).5

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La scienza operativa è molto diversa dalle origini o dalla scienza storica; non puoi fare esperimenti sul passato e le interpretazioni dei dati sono fortemente guidate dalla visione del mondo dell'investigatore.

Naturalmente, a molti materialisti piace confondere la scienza operativa e quella delle origini, anche se sono sicuro che la maggior parte della confusione derivi dall’ignoranza. I corsi universitari di scienze per lo più non insegnano la filosofia della scienza e certamente non fanno distinzione tra scienze sperimentali/operative e storiche/origini.

Sia l’evoluzione che la creazione rientrano nella categoria delle origini scientifiche. Entrambi sono guidati da considerazioni filosofiche. Gli stessi dati (osservazioni nel presente) sono disponibili per tutti, ma diverse interpretazioni (storie) vengono presentate per spiegare cosa sia successo nel passato.

Si noti che questa distinzione tra scienza operativa ed evoluzione non è un’invenzione dei creazionisti. Evoluzionisti di alto profilo come Ernst Mayr ed E.O. Wilson hanno ammesso la differenza.

L’inclusione della scienza storica, senza distinzione, come “scienza”, ha indubbiamente contribuito alla confusione moderna sulla definizione di scienza. Ciò spiega anche la dichiarazione di Gould (sopra), che, in quanto paleontologo, avrebbe voluto che non ci fosse alcuna distinzione tra la sua scienza storica e la scienza sperimentale. Gould giustamente vide la fondamentale importanza dei presupposti nella propria scienza e assunse che si applicasse equalmente a tutta la scienza. Non è così, anche se alcuni presupposti giocano un ruolo importante nella scienza operativa.6

Credi nell'acqua calda?

I creazionisti non hanno assolutamente alcun problema con la scienza operativa, perché le prove guidano la scienza operativa. Non importa se sei un cristiano, un musulmano, un indù o un ateo, l’acqua pura bolle ancora a 100° C a livello del mare. Tuttavia, il vero Hindu potrebbe ancora pensare che sia tutto un’illusione, e alcuni atei che abbracciano il postmodernismo sposano la “verità” come un’illusione. Tuttavia, la scienza delle origini è guidata dalla filosofia. Il proprio sistema di credenze è fondamentale per le storie che si accettano come plausibili. Ora, se la maggior parte dei professionisti di scienze delle origini/storiche avesse il sistema di credenze sbagliato (materialismo), anche le storie che trovano accettabili saranno sbagliate. Quindi il voto a maggioranza degli “scienziati contemporanei” non è certo un buon modo per determinare la validità delle rispettive storie. E la scienza delle origini, o della scienza storica, è essenzialmente un esercizio di narrazione; Lewontin allude a questo racconto nella citazione di sopra. James Conant, ex presidente della Harvard University, ha sottolineato il punto con forza, con una valutazione pungente degli scenari inventivi che spesso caratterizzano la scienza storica. Vedi anche Naturalismo.

Le prove contano

Ora, nel sottolineare che i presupposti guidano quali storie sono accettabili nella scienza storica, non sto dicendo che sia solo una mera questione di presupposti filosofici/religiosi. Le storie devono ancora rendere conto delle prove in modo coerente. Cioè, le storie fornite possono spesso essere testate in base alle prove. Ad esempio, l’affermazione che strati geologici portatori di carbone siano stati depositati in molti milioni di anni è contraddetta in modo evidente dall'evidenza di polistrati di fossili d’albero, con le radici spezzate, che attraversano quegli strati (come sono rimasti lì per milioni di anni mentre gli strati depositati si sono accumulati intorno a loro e tutto senza marcire?). Ci sono molti fatti che contraddicono la storia evolutiva: qui ci sono 101 prove che parlano contro i miliardi di anni dichiarati per la terra: L’età della Terra. Ci sono anche molti punti contro la storia dell’evoluzione biologica; vedi 15 domande per gli evoluzionisti.

L’affermazione che strati geologici portatori di carbone sono stati depositati in molti milioni di anni è contraddetta in modo evidente dall’evidenza di polistrati di fossili d’albero.

Se gli stessi dati potessero essere coerentemente interpretati in due modi completamente diversi, allora Romani 1 non avrebbe basi per dire che le persone non hanno scuse per negare che le cose siano state create da Dio perché è chiaro dalle prove fisiche.

Possiamo parlare di una “coerenza della verità” come una prova; che un resoconto veritiero della storia fornirà un resoconto coerente (logicamente coerente) delle prove.

Definisci i termini in modo coerente!

Viene bene anche ai materialisti di spostare la definizione di evoluzione per adattarla all’argomento. Sia chiaro che stiamo discutendo la “Teoria generale dell'evoluzione” (TGE), che è stata definita dall’evoluzionista Kerkut come «la teoria secondo cui tutte le forme viventi del mondo siano nate da un’unica fonte che proveniva da una forma inorganica.»7 Molti, forse inavvertitamente, usano questo trucco delle definizioni di commutazione alludendo alle mutazioni nei batteri come corroboranti ‘evoluzione’. Ciò non ha nulla a che vedere con la dimostrazione della validità della convinzione che l’idrogeno si sia cambiato in essere umano nell’arco di miliardi di anni. La differenza fondamentale è che il TGE richiede non solo un cambiamento, ma un cambiamento che aumenta sostanzialmente il contenuto informativo della biosfera. Vedi anche questa discussione sulle definizioni.

Previsioni o “post-visioni”?

Molti evoluzionisti sostengono che le mutazioni e la resistenza agli antibiotici nei batteri (scienza operativa) siano una sorta di predizione dell’evoluzione (scienza delle origini). In effetti, la genetica (scienza operativa) era un imbarazzo per l’evoluzione, che avrebbe potuto essere un fattore nella ricerca genetica pionieristica di Mendel non riconosciuta per così tanti anni (la scoperta di Mendel di geni discreti non corrispondeva all’idea di Darwin di variazione illimitata continua). Quando le mutazioni furono scoperte, queste furono viste come un modo per riconciliare il darwinismo — da qui la sintesi “neo-darwiniana” di Mayr, Haldane, Fisher, ecc.

Che dire delle previsioni dell’evoluzione contro la creazione? La pista dell’evoluzione è piuttosto triste. Vedi Come l’evoluzione nuoce alla scienza. D’altra parte, la scienza moderna cavalca le conquiste dei creazionisti del passato: vedi Quanto è importante l’evoluzione per la scienza? e Contributi di scienziati creazionisti. Per un chiaro esempio delle previsioni scientifiche dei nostri giorni basate su un modello creazionista, vedi Al di là di Nettuno: Voyager II Appoggia la Creazione.

Molte “previsioni” della teoria evolutiva sono risultate incompatibili con le osservazioni; eppure l’evoluzione regna. Ad esempio, vi è la profonda assenza dei molti milioni di fossili di transizione che dovrebbero esistere se l’evoluzione fosse vera (vedi Ci sono dei fossili di transizione?). Lo stesso modello nella documentazione sui fossili contraddice categoricamente le nozioni evolutive di come dovrebbe essere: vedi, ad esempio, Gli anelli mancano. L’evoluzionista Gould scrisse a lungo su questo enigma.

Contrariamente alle aspettative degli evoluzionisti, nessuno dei casi di resistenza agli antibiotici, resistenza agli insetticidi, ecc. che sono stati studiati a livello biochimico (cioè la scienza operativa) hanno introdotto l’origine di nuove informazioni genetiche complesse. In realtà, gli evoluzionisti non hanno mai previsto la resistenza agli antibiotici, perché storicamente ha colto di sorpresa il campo medico — vedi Antrace e antibiotici: l’evoluzione è rilevante?

Contrariamente alle aspettative degli evoluzionisti, gli esperimenti di allevamento raggiungono dei limiti; il cambiamento non è illimitato. Vedi l’articolo del genetista creazionista, Lane Lester. Questo corrisponde a quello che ci aspetteremmo da Genesi 1, in cui si dice che Dio ha creato organismi per riprodurre fedelmente le loro diverse specie.

Un’altra “previsione” evolutiva fallita è quella del “DNA spazzatura”. Gli evoluzionisti sostenevano da tempo che il 98% del DNA umano fosse spazzatura, semplici residui della nostra supposta origine evolutiva. Ciò ha ostacolato la scoperta della funzione di questo DNA, ora noto per essere funzionale almeno all’80%, e probabilmente anche il 100%. Vedi DNA Stupefacente.

Gli evoluzionisti si aspettavano che, date le giuste condizioni, una cellula vivente potesse costruirsi da sé (abiogenesi); i creazionisti dicevano che era impossibile. La scienza operativa ha distrutto questa nozione evolutiva; tanto che molti evoluzionisti ora vogliono lasciare l’origine della vita fuori dal dibattito. Molti propagandisti sostengono che l’evoluzione non lo include, anche se le teorie dell’abiogenesi sono solitamente chiamate “evoluzione chimica”. Vedi Origine della Vita per una spiegazione dei molti profondi problemi di qualsiasi scenario evolutivo concepibile.

Nota: Rivendicare le previsioni avverate come prova di un’ipotesi è noto come errore di affermazione del conseguente. Tuttavia, se una previsione è falsificata, ciò equivale a una confutazione formale della proposizione, quindi l’evoluzione è stata formalmente smentita con più previsioni fallite.

Falsificato ma non abbandonato

Quindi, perché gli evoluzionisti persistono con la loro teoria spuria? Per molti è perché non hanno mai sentito altro. Per i materialisti dichiarati è che non c’è “nulla di meglio in giro” — l’unica storia materialistica disponibile a spiegare come tutto sia avvenuto; il mito della creazione materialista. È un po’ come il proverbiale struzzo che mette la testa nella sabbia, pensando che tutto ciò che esista sia ciò che possa vedere sotto la sabbia. La visione del mondo dello struzzo esclude tutto ciò che non trova conveniente. Nell’oscurità della sabbia, tutti i fatti inaccettabili cessano di esistere.

La persistenza del pensiero evoluzionistico di fronte a così tante prove contraddittorie indica che al presupposto filosofico del materialismo (ateismo) sia permesso di superare i fatti. Il paradigma ha la priorità, non importa quale sia la prova, perché il laicista «non può permettere che il divino ne faccia parte.» Per un sommario degli argomenti falliti per l’evoluzione, vedi Argomenti che gli evoluzionisti non dovrebbero usare.

Luce nell'oscurità!

Gesù Cristo venne come «la luce del mondo» (Giovanni 8:12), quando la Seconda Persona della Trinità assunse la natura umana (vedi Incarnazione: perché Dio divenne Uomo?). È venuto a versare la luce di Dio nei luoghi bui. La più grande oscurità è vivere senza Dio; vivere come se tu fossi un incidente cosmico, solo «feccia di stagno riarrangiata», come ha detto un evoluzionista. Purtroppo, molti vengono ingannati a pensare in questo modo, e stiamo vedendo le orrende conseguenze nell’escalation del suicidio giovanile, problemi di droga, rotture famigliari, violenze, ecc. Quanto abbiamo bisogno che la luce di Gesù brilli! Dio riterrà ognuno di noi responsabile; tutti noi meritiamo la sua condanna. Ma la Bibbia dice che Egli ha fornito una via di fuga attraverso Gesù Cristo per tutti coloro che si rivolgono a Dio, ammettendo umilmente il nostro bisogno di perdono. Vedi Ecco la buona notizia.

Per ulteriori informazioni sui suddetti problemi e altro ancora, consulta la sezione Q&A oppure utilizza la finestra di ricerca per cercare articoli su argomenti di interesse.

Riferimenti

  1. Causalità: il principio secondo cui tutti gli effetti o eventi siano causati da qualcosa che lo precede è sufficiente per spiegare l’effetto o l’evento. Questo è un principio base della razionalità. Torna al testo.
  2. Induzione: le conclusioni tratte da osservazioni limitate sono applicabili all’universo in generale. Torna al testo.
  3. Lewontin, R., Billions and billions of demons, The New York Review, 9 gennaio 1997, p. 31. Torna al testo.
  4. Gould, S.J., Natural History 103(2): 14, 1994. Torna al testo.
  5. Si potrebbe obiettare che guardare attraverso un telescopio per vedere una stella distante un migliaio di anni luce comporta l’osservazione del passato, perché stai osservando la stella com’era un migliaio di anni fa. Tuttavia, le osservazioni sono dei raggi di luce che entrano nel telescopio in quel momento. Ciò che quelle osservazioni potrebbero dirti su quella stella 1.000 anni fa sono inferenze, per quanto ragionevoli. E non è possibile fare un esperimento, che richiede osservazioni ripetute delle cause e dei loro effetti. Come esempio di come le osservazioni astronomiche siano soggette a interpretazioni guidate da presupposti, vedi Immagine chiara — storia sfocata? Torna al testo.
  6. Vedi Sarfati, J., Perché la scienza non funziona affatto? Creation 31(3): 12–14, 2009. Questi presupposti non sono controversi perché tutti coloro che sono coinvolti nella scienza sperimentale li accettano tacitamente come veri. Torna al testo.
  7. Kerkut, G., Implications of Evolution, Pergamon, Oxford, UK, p. 157, 1960. Torna al testo.

Helpful Resources

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